Nonostante il titolo non voglio parlare delle drammatiche condizioni in cui versa questo blog, che da quando c’è feisbuc siamo tutti lì a scrivere cretinate e giocare ai giochini e non troviamo più il tempo di aggiornare queste pagine di storia e gloria (che, lo sappiamo, manchi tu nell’aria).
Ecco, io vorrei soffermarmi un momento sulla spinosa e fumosa questione dello stadio nuovo..
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..ecco fatto. Grazie per l’attenzione.
No, mi fermo ancora un po’, perché a me questa storia non sembra per niente pulita, e per aiutarvi a capire meglio le mie perplessitudini vorrei ripercorrere i punti salienti della vicenda. Le date non me le ricordo, casomai ce le potete aggiungere voi.
Tutto comincia un giorno di pioggia, freddo e minaccioso, quando il presidente di una squadra a righe decide che lui a Marassi la sua squadra con le righe non ce la vuole più far giocare, che quello stadio lì secondo lui non va mica bene, che non è adatto, che è vecchio, che è in centro, che anche il nome Luigi Ferraris ricorda le macchine da corsa e lui invece vorrebbe qualcosa di più evocativo allo sport che rappresenta, tipo Bottecchia, e che una squadra senza uno stadio adeguato è come un suo giocatore senza la bici: destinato al fallimento. Ne vorrebbe costruire uno nuovo superaccessoriato a Trasta, e chiede ai cittadini cosa ne pensano.
La risposta della città è variegata, i suoi sostenitori lanciano slogan di incitamento tipo "a Trasta Garrone e basta", mentre la parte rossoblù della tifoseria risponde con slogan che difendono la permanenza del Genoa a casa propria, tipo "a Trasta Garrone e basta", ma anche "hai voluto la bicicletta, ora pedala!".
Al di là di qualche battuta fra le opposte schiere non si registrano episodi rilevanti, il Comune fa presente che il Ferraris è una spesa che non ama accollarsi, Preziosi risponde che lui se lo comprerebbe anche, ma bisogna prima spostare il carcere.
Per un po’ non si sente più niente, la squadra di casa e quella di periferia continuano a dividersi lo stesso terreno, Milito gli fa quattro pere, il campionato finisce e tutto sembra concludersi.
Poi il Genoa va in Uefa. Improvvisamente lo stadio non è più a norma, e le deroghe per poter giocare le partite di coppa che fino a ieri rappresentavano la normalità diventano un problema gravissimo. Garrone si fa avanti un’altra volta e Preziosi a sorpresa lo difende, sostenendo che Genova non può permettersi due stadi. Cip e Ciop vanno dal sindaco a promuovere il nuovo impianto e tutti e due si strappano i capelli lamentando che uno stadio deve vivere tutta la settimana, altrimenti non può contenere i costi, che Marassi è inadeguato, che bisogna fare qualcosa; il petroliere in realtà capelli se ne strappa pochi, che con le braccia corte che si ritrova non arriva più su delle orecchie, ma dalla tasca estrae la sorpresa: un progetto bello pronto di uno stadio accanto all’aeroporto!
Pensate la comodità, dice, di poter raggiungere la gradinata direttamente in aereo ogni volta che il pilota sbaglia le misure dell’atterraggio! E che figata dover urlare ancora più forte per sovrastare il frastuono dei motori!
Sembra veramente un’idea geniale, in nessuna parte del mondo hanno pensato di costruire un impianto sportivo ad alta frequentazione vicino a un elemento delicato come un aeroporto, Genova si dimostra più avanti anche in questo!
Peccato che l’Enac, l’ente preposto a legiferare sul traffico aereo nazionale, rifiuti la proposta, adducendo scuse puerili come la sicurezza.
Eh ora! A Palermo l’aeroporto è attaccato a un monte, a Gibilterra lo attraversa la strada principale, e qui ci formalizziamo per cinquantamila tifosi!
Comunque lo stadio vicino all’aeroporto non si fa più. Il sindaco più antiestetico del pianeta, però, non ha alcuna intenzione di aspettare oltre, e insiste che lo stadio vada fatto, dove non si sa, ma bisogna farlo e basta. E lui/lei non ci metterà un centesimo, se lo dovranno pagare le società!
Garrone non si dà per vinto, e tira fuori dalla manica un altro asso, il progetto di un impianto avveniristico sulla collina della Colisa, a Campi. C’è già tutto, il terreno libero e acquistato, il progetto pazzesco, le strade da allargare, i tifosi contenti, i soldi.. La giunta comunale si esalta a vedere tutti quei bei disegnini, chiede se davvero ci metteranno anche il centro commerciale sotto, e le barriere che vanno su e giù? Fiiicooo! Insomma che si fa, il sindaco che ama pettinarsi col vinavil è d’accordo, i cittadini della zona sono entusiasti, che per fare lo stadio dovranno sfrattarli e immaginano di venire trasferiti in una zona migliore, non si sa quale, ma meglio che sotto il cavalcavia dell’autostrada ci vuol poco, va bene anche Mignanego.
L’unico che non ci sta più è Preziosi, che sente puzza di imbroglio e si tira indietro, che lui i giochi politici non li fa, che lo stadio di Marassi va bene, che se il sindaco che ci va giù pesante col solvente è d’accordo lui avrebbe già il progetto, che non è mica vero che uno stadio per una squadra sola costa troppo, che lui Marassi se lo manterrebbe volentieri, e poi il Genoa è sempre stato di casa lì, e vuoi mica trasferirlo, e spostatemi le carceri, e così siamo tornati esattamente al punto di partenza, c’è un presidente che vuole lasciare Marassi e ce n’è un altro che vuole metterci radici.
In mezzo c’è stata un sacco di politica, e diverse cose che non sono chiare, e che si possono riassumere grossomodo con una domanda: da tutti questi rigiri chi ci guadagna?
Cioè, uno stadio nuovo costa certamente di più della ristrutturazione del Ferraris, e la zona scelta imporrebbe la costruzione o l’adeguamento di infrastrutture ben oltre l’impianto sportivo: ci vogliono strade, parcheggi, bisognerebbe evitare di intasare una zona già parecchio congestionata di suo, soprattutto la domenica, e tutto ciò ha dei costi.
E poi com’è che il primo progetto, quello dell’aeroporto, ha avuto tempi di gestazione così lunghi, se c’era già quest’altro pronto in una zona che da subito è piaciuta a tutti? Non poteva presentarlo subito?
E anche Preziosi, che dice di non volere lo stadio, poi si, che non se ne può fare a meno, poi di nuovo no, e che lui non ci sta a fare politica, cos’ha fatto finora?