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comicità involtaria

23 Giu

Da il Secolo XIX: Accordo raggiunto tra l’Empoli Football Club e Francesco Flachi,(….) la squalifica di due anni comminatagli scade il 28 gennaio 2009. Flachi, però, potrà partire in ritiro con la squadra toscana.

Lettera al direttore di Raisport

20 Gen

Stasera ero a cena fuori, dopo la partita. Mentre uscivamo la televisione stava trasmettendo le immagini di Fiorentina-Torino, così ci siamo fermati ad aspettare il servizio sull’altro anticipo, il nostro.

Visti i gol, cominciava l’intervista all’allenatore viola, e siamo usciti. In fondo abitiamo abbastanza vicini, dieci minuti al massimo da casa. Abbiamo visto giusto, accesa la tele di casa nostra è comparsa la facciona di Novellino che recriminava l’ennesimo furto. Tempo totale del servizio su Fiorentina-Torino: 20 minuti.

Comincia Genoa-Atalanta: mostrano i gol (una volta ciascuno), mostrano la rete annullata dai bergamaschi, una battuta di Del Neri, finito. Tempo totale: 3 minuti.

Parlano della B, mostrano i gol, e poi ci propinano un’intervista all’allenatore della Roma, che giocherà domani.

Non ho visto il seguito, sono andato sul sito di Rai Sport e ho scritto una lettera al direttore, che non servirà a niente, ma almeno mi ha permesso di sfogare la mia frustrazione.

Che una trasmissione sportiva privilegi le squadre in testa alla classifica, dando loro più spazio che ad altre, posso capirlo, ci sono questioni di audience da rispettare, ma quando un sabato come oggi si giocano solo due partite mi aspetterei di vedere due servizi quantomeno esaurienti. Purtroppo la televisione che stavo guardando non aveva accesso a Sky, e ho dovuto accontentarmi della rete nazionale.
Dopo un ampio spazio dedicato a Fiorentina-Torino, in cui abbiamo potuto assistere a moviole e interviste, opinioni degli ospiti e quant’altro, la fetta di trasmissione dedicata a Genoa-Atalanta si è limitata a una carrellata sui gol e una battuta di Del Neri. Cos’ha detto Gasperini nel dopo partita? Boh! E i giocatori? E chi lo sa?
 Però dopo ho potuto godermi un’intervista all’allenatore della Roma che mi ha spiegato come affronterà la partita di domani, ho saputo qualcosa in più sui brufoli di Ibrahimovic o sull’ascella sudata di Chiellini che non era ancora stato raccontato da tutte le altre trasmissioni sportive d’Italia, e soprattutto mi è stato mostrato il nuovo look di Ronaldo! Questo si che è uno scoop! E io che mi stavo già chiedendo perché esista ancora gente che paga il canone!

Ma in fondo non è mica colpa della Rai, che nella sua corsa ad allinearsi alle reti private cercando di strappare qualche ascolto in più, si è venduta i giornalisti validi pescando a piene mani nel settore dell’informazione prezzolata.
Sono felice di avere speso i soldi del televisore in un abbonamento di gradinata, almeno da lì non si sente parlare di Inter e Juventus, e da lì posso ancora vedere la mia squadra giocare per più di cinque minuti, sebbene il privilegio mi sia concesso una volta ogni quindici giorni.

Grazie di niente,

Pablo Renzi,
tifoso di un’altra squadra.

Volete ridere?

28 Set

La notizia l’ho trovata su un forum di tifosi napoletani, quest’articolo invece è tratto dal sito del Corriere. Riguarda l’ex allenatore della Ciclistica Bogliasco, sorpreso a rendersi ridicolo come il suo solito. Il problema è che da allenatore dei Patetici questa capacità era intrinseca all’incarico, gli bastava presentarsi con quelle righe addosso, ora che allena il Torino la cosa è più complicata..

Novellino (LaPresse)
Novellino (LaPresse)

MILANO – È proprio vero che nel calcio non s’inventa nulla. C’è sempre qualcuno che l’ha fatto prima di te. Ad esempio, nel mondo del pallone, i panni sporchi non si lavano in casa e nemmeno in lavanderia. Non si lavano proprio, perché i cesti per i panni sporchi servono a trasportare gli allenatori squalificati. È successo a Parma, l’altra sera, con Walter Alfredo Novellino, la spia che venne nel cesto. Il tecnico del Torino, ha ricevuto dal giudice sportivo una multa di 10 mila euro «per essersi introdotto, pur essendo squalificato e in violazione del divieto di cui all’art. 22 comma 7 Cgs, prima dell’inizio della gara, nello spogliatoio riservato alla propria squadra, permanendovi nel corso del primo tempo e uscendone nell’intervallo, presumibilmente nascosto in un voluminoso contenitore utilizzato dal magazziniere per il trasporto degli indumenti di giuoco dei calciatori».

Ci sono due aspetti meravigliosi di questa storia. Il primo è l’uso della parola «giuoco». Sono rimasti in tre, ad usarla in Italia: il giudice sportivo, la Federazione italiana «giuoco» calcio e Silvio Berlusconi. Il secondo è che Novellino sostiene di non aver usato il trucco del cestone. Ammette solo di essere «passato» prima della partita a consegnare dei foglietti con le ultime istruzioni (anche questo non l’avrebbe potuto fare) per l’uso e poi se ne sarebbe andato in tribuna. Il terzo è che Novellino ha un illustre precursore: Josè Mourinho. Lo spigoloso portoghese, nel 2005, in occasione del quarto di finale di Champions League tra Chelsea e Bayern Monaco, era sospeso per due turni a causa delle intemperanze nella sfida col Barcellona (accuse all’arbitro Frisk). Eppure si infilò in un cesto della biancheria e si piazzò nello spogliatoio dove rimase per tutta la partita comunicando via cellulare e con «pizzini» con i giocatori. La differenza tra i due? Il controspionaggio. Novellino nel cesto è stato denunciato da qualcuno, mentre la storia di Mourinho è venuta fuori nella primavera del 2007, dopo due anni. Forse perché Mourinho giocava in casa e Novellino fuori. Comunque, se è vero che i panni sporchi non si lavano più in casa, in giro trovi sempre qualcuno che non si fa gli affari suoi

C’è sfiga e sfiga

21 Apr

La notizia è di oggi, anche se si parla di cose che sapevamo già:

Il vice procuratore federale Alfredo Mensitieri ha chiesto ieri una penalizzazione di tre punti per la squadra rossoblù, insieme ad una multa di cinquantamila euro e a tre anni di sospensione per lo stesso Enrico Preziosi. Chiesto un anno invece per Aleardo Dall’Oglio e Massimo D’Alma, tutti implicati da tempo nell’inchiesta sul fallimento del Como Calcio 1907, vicenda che vide all’epoca uno scambio di giocatori (Makinwa, Colacone, Gregori, Greco, Bjelanovic e altri), giudicato evidentemente illecito, tra il Como e il Genoa. Società facenti capo entrambe, secondo i magistrati, a Preziosi attraverso la Fingiochi, con l’inserimento pure di Luciano Moggi e della sua Juventus.

Non mi interessa neanche sapere se il timore di una nuova penalizzazione sia fondato o meno, mi limito alla notizia.
Dare oggi una notizia del genere, alla vigilia di uno scontro che sappiamo tutti cosa possa significare, non può non accendere diversi sospetti. E’ lecito, mi chiedo, pensare che si stia cercando di creare delle tensioni che finirebbero per favorire ovviamente gli avversari, in questo caso guarda un po’, la Juve?
Non sarebbe stato meglio, più sportivo, comunicare l’eventualità di nuove penalizzazioni a giochi fatti, magari lunedì?

Poi, se vogliamo anche commentare il contenuto della notizia, viene fuori che questo Mensitieri è pure napoletano, e anche la persona più lontana da dietrologie fa presto a fare due conti. Non che voglia accusarlo di parzialità, ma a un arbitro napoletano non farebbero mai dirigere un incontro del Napoli per evitare non solo i favoritismi, ma anche le accuse di. Perché per un magistrato le cose funzionano diversamente?

Poi vabbè, ci sono i soliti discorsi sulla diversa velocità della giustizia sportiva, sugli animali tutti uguali tranne alcuni più uguali degli altri, e si tornerebbe ad avvelenarsi il sangue e oggi proprio non ne ho voglia.
Spero di bere lo shot stasera..

Torta indigesta

21 Mar

Perché pubblico questa notizia? Perché mi va. Eppoi è divertente, ma fa riflettere. E soprattutto perché stavolta noi non c’entriamo nulla e quindi possiamo sghignazzarne liberamente…

 «E ora come la mettiamo? Gol per sbaglio, salta il pari: gara di C1 finisce in rissa!

Il biscotto è andato di traverso a tutti. A quelli della Ternana, che hanno perso la partita. A quelli del Manfredonia, che hanno preso un sacco di botte. E ai novecento spettatori sulle tribune, che hanno assistito a una delle gare più brutte di sempre. Gli unici che si sono divertiti un po´ sono stati quelli di Sky che con le loro telecamere hanno ripreso una delle scene più squallide del calcio contemporaneo.
Domenica pomeriggio, Manfredonia-Ternana, serie C, è uno scontro diretto per scongiurare l´incubo playout. La Ternana è quintultima, il Manfredonia ha appena tre punti in più. La partita, appena combattuta nel primo tempo, si spegne del tutto dopo che, in avvio di ripresa, il Manfredonia pareggia. Un punto a testa è considerato sufficiente da tutti. Al quinto minuto di recupero, però, l´imprevedibile. Una punizione da posizione non molto temibile viene battuta con una certa precisione da Scarlato. Un tiro certamente resistibile. Ma la barriera, scarsa per numero e compattezza, si disunisce e il portiere è distratto. Insomma: la palla entra in porta.
I ventidue si gelano. Come se il gol fosse qualcosa di innaturale su un campo di calcio. Un ufo. Un giocatore del Manfredonia si dispera. Si mette le mani nei capelli. Lo stesso gesto, più comprensibile, lo fa uno della Ternana. Poi, piano piano, tutti realizzano. E allora le reazioni si differenziano. L´arbitro fischia la fine della gara. I giocatori del Manfredonia, letteralmente, scappano dal campo. Quelli della Ternana partono all´inseguimento. La mente torna a Valencia, ma stavolta è tutto molto più ridicolo. L´obbiettivo principale degli inseguitori è Scarlato. Ma va bene chiunque, purché sia del Manfredonia.
La caccia all´uomo si protrae negli spogliatoi dove però non ci sono telecamere. L´intervento dell´ufficio indagini sarà inevitabile.

Marco Mensurati (La Repubblica)

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Brescia 0- Genoa 2

16 Ott

E visto che a Brescia ci sono andata mi sembra doveroso scrivere 2 righe.

Intanto vorrei capire se i giornalai locali erano con noi in curva che scrivono di tanti scontri vergognosi ecc ecc ecc!

In realtà ci saranno stati 2 pattoni, qualche uovo, qualche gavettone, qualche fumogeno, ma niente di così GRAVE!

L’unica cosa grave per me è stato il fatto che i 2 pattoni se li sono tirati dal bagno…dove io volevo andare!

Certo questo non è il bello del calcio, ma ragazzi, se ci si scandalizza per queste cose quando succede davvero qualcosa di serio???Mi sembra che si tenda sempre ad esagerare.
E soprattutto mi sembra che si tenda a far vedere molto di più le cose negative di quelle positive…

Ma parliamo di:

PARTITA: bella, abbiamo giocato bene, abbiamo attaccato, e ci siamo difesi bene!
non è che io vedessi molto bene, ma l’importante era sostenere la squadra cantando e capire che stava succedendo in campo!

Poi Sculli probabilmente si è drogato (pesantemente) prima della partita visto che ci ha fatto gioire non 1 ma ben 2 volte!

E il rigore…ll rigore ci ha fatto gioire una 3° volta, quando abbiamo visto la palla lanciata al Creatore!
Una gran bella partita, divertente!

E comunque cantare a fine partita :"Salutate la capolista" è una meraviglia.

Grande Genoa, e ora sotto col Cesena!

 

Sic Transit Gloria Vieri

5 Set

Prima "alè Vieri alè", dichiarazioni d’amore del Bobone "sono sempre stato un tifoso blucerchiato", goccioloni di lacrime, volemmose bbene. Poi i casini, vengo non vengo, c’ho i cazzi miei, mi alleno a Formentera, vado all’Isola dei Famosi, ce n’ho per il cazzo di giocare quando posso trombarmi veline tutto il giorno.
Poi, pur di non andare al Doria, accetta di giocare all’Atalanta per il sontuoso stipendio di 1500€ al mese.
Adesso, un nuovo emozionate capitolo della storia d’amore tra Bobo e la sandoria. Copio e incollo dal Corriere della Sera.

Vieri, rissa in centro a Milano
Due tifosi della Samp lo provocano in un locale: scoppia la zuffa

MILANO – Dici Vieri e dici danno. Continua l’estate tormentata di Bobo, protagonista – come scrive la Gazzetta dello Sport – di una rissa scoppiata domenica scorsa in un noto ristorante di Milano con alcuni ragazzi che si sono presentati come tifosi della Sampdoria.

PROVOCAZIONE – La zuffa è stata scatenata da questi ultimi che accortisi della presenza di Vieri nel locale – il ristorante Smeraldino nella zona centralissima di Garibaldi – hanno provocato il calciatore con una finta richiesta di autografo. Sul foglietto che Bobo stava accingendosi a vergare c’era infatti scritto sul retro – rivela sempre la Gazzetta – una parolaccia: «Sei un pezzo di m…». Forse una vendetta postuma per il rifiuto di Bobo di giocare nella squadra genovese. Sta di fatto che gli amici con cui Vieri stava cenando sono scattati. Sono volate parole grosse. La zuffa è poi proseguita all’adiacente Panino Giusto, dove i due provocatori si erano rifugiati. Una sedia rotta e qualche manata è stato il bilancio finale dell’ennesima serata agitata dell’ex bomber.

Le ragioni di un ritiro

20 Lug

La notizia è rimbalzata oggi su tutte le radio, Bobo Vieri sta pensando di ritirarsi dal calcio. Ma come? Non aveva appena firmato per una grossa squadra di serie A? E’ andata pressappoco così:

Campo di allenamento del Monaco, quello rivierasco, non quello che sta in Germania. L’allenatore Guidolin vede il suo campione, Bobo Vieri, seduto in panchina con la faccia lunga. "Che succede?", gli chiede. Vieri lo guarda con gli occhioni da bracco che hanno fatto impazzire centinaia di tette della Canalis, e gli rivela di soffrire di nostalgia. Gli manca l’Italia, non ne può più di questi francesi presuntuosi. I Monegaschi poi sono anche peggio, lo guardano dall’alto in basso quando va a fare la spesa alla Lidl, i vigili per spregio neanche lo multano quando lascia la Ferrari in doppia fila, e adesso che la Nazionale ha vinto i mondiali ha capito che il suo posto è là, nel paese do sole.
Guidolin gli gratta le orecchie e gli confida: "Ti capisco Bobone, neanch’io li sopporto questi monegaschi paraculi, pensa che quando sono in macchina gli vuoto il portacenere per strada solo per dispetto. Ti dò un consiglio, prima di venire qui ho allenato per un breve periodo una famosa squadra genovese. Un’esperienza fantastica, società forte, blasone, e una tifoseria come non se ne trovano nel mondo. So che hanno problemi a trovare un buon attaccante, perché non provi a fare domanda lì?"
Vieri scodinzola felice, va a cercare un cellulare.

Quando Guidolin gli ha spiegato l’equivoco è stata tanta la vergogna che piuttosto di farsi prendere in giro tutta la vita ha deciso di ritirarsi.

brutte figure

Noooo: A Volte Ritornano!!!!

20 Lug

IL SECOLO XIX
Il Genoa richiama Zaniolo e Mamede

"Genova. Zaniolo e Mamede. Sono loro i primi rinforzi del Grifone a quattro giorni dall’avvio della preparazione.

come i primi rinforzi? passi il primi (che comunque è bizzarro), ma RINFORZI?

Il panzer di Priaruggia e il portoghese saranno reintegrati nella rosa di Gasperini. Difficilmente che i due si aggregheranno al gruppo a Neustift, ma per il tecnico Gasperini si tratta di due elementi in più.- Ed è probabilmente a questi elementi che il tecnico torinese si riferiva nel giorno del raduno indicando una rosa troppo ampia e da sfoltire.

non capisco. la rosa è ampia e voi li reintegrate? qui c’è qualcosa che non quadra…

Benché fuori rosa le loro posizioni probabilmente erano tenute in considerazione.

si… li stavano tracciando col GPS, controllavano che si tenessero lontani dal ritiro Genoano…

Per i due però i tempi di reintegro sarebbero secondari. Per loro l’essere nel gruppo è un riconoscimento importante al lavoro svolto nel giugno scorso per riportare il Grifone in B.

reintegrate anche Vavassori, allora…

MamedeIgor Zaniolo è in cura al Baluardo per il tendine operato in primavera e le intenzioni sarebbero quelle di terminare le terapie prima di sottoporre l’atleta alle fatiche del ritiro. L’ipotesi ormai concreta di un avvio posticipato del campionato consentirebbe al Genoa di non affrettare il rientro. L’ex messinese potrebbe arrivare a giorni a Genova. A spingere la dirigenza rossoblù a invertire la rotta sull’apporto dei due giocatori sarebbe una duplice motivazione. A parte ogni considerazione è il valore dei due giocatori ad aver giocato un ruolo importante sulla marcia indietro societaria. Indubbiamente trovare un club disposto ad accollarsi i due ingaggi per Zaniolo e Mamede non è stato facile, ma le ormai certe parttenze di Facchinetti (Padova) e Tarallo (Padova in prima fila, ma anche Carrarese) avrebbero agevolato il reintegro.

diciamocela tutta, nessuno li voleva, allora ritornano qui a sostituire due pedine importanti come Facchinetti e Tarallo (giocatore di 26 anni comprato in serie D da una società che si chiama USO – Unione Sportiva ORATORIO, fate voi…)…

Zaniolo e Mamede dovrebbero aggiungersi all’ormai scontata conferma di Fusco. Dovrebbero essere gli unici tre della vecchia guardia a rientrare nella rosa che si prepara alla serie B. Capitan Baldini ha mercato e il suo futuro pare ormai lontano da Genova….."

Mamma, ho perso il pullman

17 Lug

Povero Dante Lopez, che brutto rientro gli è capitato. Terminata l’avventura mondiale il piccolo indio è tornato a Genova per riprendere gli allenamenti con la sua squadra, ma arrivato al Pio ha trovato il campo deserto. Negli spogliatoi solo un inserviente che lavava le docce.

"A squaddra a l’è partìa vei mattin pe l’Austria", gli ha spiegato in dialetto spagnolo.
In Austria? E lui? Perché non l’hanno aspettato? Il Dante calciatore è montato in bici, e stava già infilando il casello di Pegli, quando l’inserviente l’ha richiamato e gli ha spiegato che non era mica il caso.
Non l’ha presa bene, che motivo poteva avere la società di escludere un giocatore prezioso come lui, uno che ha segnato il gol fondamentale nei play off, contro la Salernitana?
L’inserviente ha alzato le spalle, non sapeva cosa rispondergli, o forse gli è mancato il coraggio di dirgli la verità, ma se l’avesse chiesto a uno di quei tifosi che tutte le domeniche andava a guardarlo allo stadio, la risposta sarebbe stata lapidaria: "Perché fai cagare".
Dante Lopez, l'impegno in campo
Lo voleva l’Amburgo, il Werder Brema l’ha implorato, e la fila di pretendenti era lunghissima, ma ha scelto di venire da noi. Ai tempi dell’acquisto il suo procuratore ha dichiarato "Gli ho spiegato tutto, e gli ho detto che Genova è la sua porta spalancata per l’Europa e la fama. Lui è stato felice di accettare il trasferimento". E a Genova si era entusiasti della sua scelta, presentato come un grande campione dalla stampa tutti aspettavano con ansia il giorno del suo debutto, pronti a schiacciare con un nuovo chiodo il ricordo del vecchio, quell’altro giocatore sudamericano che ci ha portato in serie A.
"Alta scuola paraguagia, altroché", si diceva sull’autobus per lo stadio, "u l’è in campiun", sentivi mormorare in gradinata il suo primo giorno in campo. Quando si è tolto la pettorina per sostituire l’attaccante scoppiato di turno tutti hanno innalzato il coro dell’attesa, "Oooooo.. ooleee!!".

E’ bastata qualche partita, e appena si presentava a bordo campo per entrare, dagli spalti si alzava in coro un "Ooooooo… oohnnnooooo!!!". Un albero piantato in mezzo al campo, Dante Lopez il pero. Quando poi divideva la scena con l’altra punta di successo, Igor Zaniolo, sembrava di vedere una cartolina: lui era una pianta, l’altro sempre per terra faceva il sasso, insieme fra l’erbetta componevano un delizioso giardino giapponese.
Sarà stato per quello che i compagni non si arrischiavano a penetrare in area e facevano piovere su di loro decine di palle lunghe, avranno avuto paura di calpestare le aiuole..

La società spiegava che Lopez è un ottimo giocatore, ma deve ambientarsi, il calcio italiano è diverso da quello che si gioca in Paraguay. Qualcuno provava a informarsi se per caso là giochino senza pallone, e il mistero su questo strano personaggio si infittiva. Anche la sua vita privata era circondata da mille interrogativi, un giornale lo voleva residente a Pegli con la moglie, un altro ad Arenzano in un appartamento che divideva con Botta e Rivaldo. Su un punto entrambe le testate concordavano, in campo faceva pena. Si, ogni tanto un guizzo in area ti lasciava qualche speranza, ma una volta solo davanti alla porta non sapeva cosa farci e la spediva fuori.
Qualcuno provava a telefonare ai parenti in Sudamerica per chiedere se là giocano senza porte, e il dubbio di avere comprato un pacco si faceva strada fra i tifosi.

Intanto il campionato sciorinava i suoi ultimi appuntamenti, il grande campione paraguagio continuava a necessitare di ulteriore tempo per ambientarsi, e il Genoa perdeva posizioni sulle avversarie. Solo nei playoff Dante Lopez sembrava aver trovato il suo posto, ma forse era perché Grabbi aveva esalato l’ultimo respiro, Iliev era fastidioso e inconcludente come sempre, e Zaniolo si dedicava al giardinaggio; o si metteva a giocare Lopez o ce ne andavamo tutti a casa. E Dante di Asunciòn aveva stupito tutti, giocando un paio di partite di buon livello, e segnando un gol fondamentale per il passaggio al turno successivo.

Si era finalmente svegliato o era stato solo un lampo passeggero? Non lo sapremo mai, la sua convocazione in nazionale non ci ha permesso di svelare l’arcano, e ancora oggi c’è gente che non dorme di notte per il rodimento. E’ pur vero che quei venti minuti in campo in Germania non sono stati segnalati dalla stampa mondiale come l’avvento di un fenomeno, ma può essere che tutti i giornalisti di tutte le televisioni del mondo stessero in quel momento guardando altrove.

E così, mentre la squadra rinnovata si prepara ad affrontare il nuovo campionato di serie B, il nostro amico Dante alloggia allo Sheraton e passa le giornate affogando la delusione nelle bottigliette del minibar.
Ma verrà il giorno in cui si trasferirà a una squadra che saprà apprezzare le sue doti, e quando segnerà una valanga di gol e porterà i suoi compagni in Champions League tutti ci renderemo conto di avere avuto in casa il brutto anatroccolo e di non averlo saputo valorizzare.