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Brum brum

13 Mar

Brum brum per i motori, no? Perché a Monza si corre il gran premio di formula uno e allora..

Vabbé, Genoa-Monza sono andato a vedermela in un bar. Erano anni che non lo facevo, prima avevo l’abbonamento allo stadio, poi mi sono fatto quello sul divano, ma sabato sera mi sono organizzato con un amico e siamo andati a vedercela in centro.

Però non credo che ci tornerò in quel bar, non è stata una bella esperienza. Intanto a guardare la partita c’eravamo solo noi tre, tutti gli altri si facevano i cazzi loro, c’erano due tipe sedute sotto la televisione che ogni volta che dal nostro tavolo partivano dei commenti a un volume un po’ più alto si giravano e ci sorridevano, forse avranno pensato che parlavamo a loro. Mi sembra strano, Arbitrodimerda non è un nome così comune fra le donne genovesi.

Ma poi la televisione aveva un problema, mostrava i giocatori sbagliati: Sabelli lo metteva a sinistra, mancava Vasquez e nessuno diceva metan a Johan, c’era uno uguale a Ibrahimovic col cognome sulla maglia scritto diverso, ad un certo punto mi è sembrato di vedere Palladino sulla panchina del Monza invece che sotto la Sud a portarsi la mano all’orecchio. E il gioco! Incredibile! Il primo tempo ho prestato poca attenzione perché stavo mangiando, ma il secondo l’ho visto tutto, e per tutto il tempo che ho guardato la partita ho visto un Genoa che schiacciava il Monza nella sua area, teneva palla, la faceva girare bene, eppure il risultato ci dava sempre in svantaggio di due gol, e quand’è finita diceva che abbiamo perso 3-2. È evidente che quella televisione lì aveva un problema di sintonia, la prossima volta o me la guardo da casa o vado a cercarmi un baretto più affidabile, dove ci sia qualche tifoso con cui scambiare delle opinioni, offendere insieme la madre dell’arbitro, esultare se facciamo gol e soprattutto non vedo una squadra che ci prende a pallonate per tutto il primo tempo.

Ecco, esultare se facciamo gol mi sembra difficile, la prossima la giochiamo con la Juve a Torino, ma finora le prime della classe ci hanno sempre permesso di giocare un bel calcio, sono fiducioso che non sfigureremo neanche stavolta, e anche per il discorso pallonate vediamo, finora li abbiamo tenuti al loro posto.

Peraltro dopo Barella andremo a incontrare Chiesa, l’altro che quando lo vedi in campo vorresti tirargli il seggiolino. Aspettiamoci altri rotoloni in campo.

A proposito, Barella si è scusato coi tifosi per avere simulato il fallo. Dice di avere un po’ esagerato. Non sarebbe sbagliato se ricevesse una squalifica per comportamento scorretto e le prossime due partite se le guardasse anche lui da qualche baretto con la televisione che gli mostra i suoi compagni venire presi a schiaffi per quarantacinque ma anche novanta minuti.

Riguardo alla partita col Monza dobbiamo perlomeno rallegrarci della bella prestazione di Spence, che gioca bene ed è un gran figo, e di quella di Vitinha, premiata con una gran bella azione in solitaria e un gol splendido, e del ritorno al gol di Albert, che va bene, su rigore e l’ha pure sbagliato (azzerandomi il risultato al fantacalcio), ma intanto era dal 21 gennaio che non segnava, dopo il siparietto con Retegui su chi doveva battere. Anche sabato si è ripetuta la stessa scena, Gilardino dice che l’hanno fatto apposta, uno scherzo fra di loro, i giornali ci sono subito andati a bagno, ti pare che se hai un paragrafo che si scrive da solo se lo lasciano scappare? Non lo so se è vero o se stavano facendo i coglioni, e non credo che lo sapremo mai. Però certe cose le lascerei fuori dal campo, siamo già abbastanza nervosi così, grazie.

E basta, non ne ho voglia oggi. La verità è che mi aspettavo un pareggio, ci credevo, e non è arrivato e ci sono rimasto male. Anche perché due gol così all’inizio li accetti dall’Inter, ma il Monza è una squadra che vedevo al nostro livello, non ce lo vedi a prenderti in giro in quel modo a casa tua. E poi Berlusconi merda, il rispetto che si deve ai morti è una cazzata: se uno ha vissuto da figlio di puttana ed è morto da figlio di puttana, resta un figlio di puttana per l’eternità, e la sua squadra resta la squadra di un figlio di puttana, oppure del suo amico Galliani, che non mi sembra granché più onorevole. Palladino, spero tanto che a fine anno te ne andrai ad allenare il Napoli.

Comincia a diventare grottesca

12 Dic

Ci sono dei problemi. Non è che adesso voglio dare ragione a quelli che criticano Gilardino, perché sono quelli che lo criticano ogni settimana, e un orologio fermo segna l’ora giusta due volte al giorno, quindi se qualcuno adesso viene e mi dice che me l’aveva detto da un sacco di tempo gli do una testata, non perché io sia particolarmente violento, ma perché la sconfitta di domenica è arrivata in un momento in cui si stavano allineando episodi irritanti, e me la sono vissuta peggio di quanto sarebbe stato legittimo.

Che poi come te la devi vivere una sconfitta scema e prevedibile come quella? Si capiva che ci avrebbero fatto gol fin dalla metà campo, era il classico schema messo in piedi da qualunque squadra quando gioca contro il Genoa: un giocatore salta il nostro centrocampo, si trova davanti il prato lunghissimo di Holly e Benji dove può scorrazzare felice senza difensori che vengano a importunarlo, crossa in mezzo con la leggerezza di chi non deve dimostrare niente a nessuno, e dall’altra parte c’è uno che si alza dal tavolino a cui stava degustando un abbinamento di vini e formaggi francesi, colpisce la palla senza particolare impegno e la manda in porta, dove Martinez tutto si sarebbe aspettato tranne di vedersi arrivare contro una palla.

Ma non è neanche il gol, a quello ormai siamo abituati, prima del fischio finale è inevitabile, come perdere i capelli a novembre o trovare una riga sulla macchina nuova. Quello che mi fa veramente incazzare è non avere visto in tutta la partita un atteggiamento positivo, da squadra che vuole portare a casa un risultato.
Ho letto di atteggiamento positivo, di squadra che ha dominato per tutto il secondo tempo, ma per me quello che hanno mostrato non era dominare una partita, era possesso palla che andava a sbattere contro la difesa del Monza. Che ci sta, voglio dire, se c’è un’altra squadra in campo è legittimo aspettarsi che difenda, ma costruzioni se ne sono viste poche, perlopiù si tirava la palla laggiù in fondo sperando che qualcuno arrivasse a prenderla, e perlopiù si sbagliavano i passaggi, anche quelli brevi, e le triangolazioni, anche più o meno tutte.

Sembrava il Genoa di Blessin, che stava in campo aspettandosi il peggio e quando arrivava si limitava a scrollare la testa e si rassegnava al destino infame. Gli unici che hanno lottato su ogni palla sono stati Messias, Badelj e il solito Sabelli, ma lui sono convinto che ha quell’atteggiamento anche quando è seduto sulla poltrona del barbiere, non lo conto. Gli altri hanno giocato da seduti, erano distratti, non cercavano di arrivare per primi sui palloni. Ad un certo punto ho visto uno, mi pare fosse Haps, che ha lasciato uscire una palla lenta in fallo laterale; poteva arrivarci benissimo, ma l’ha semplicemente guardata scivolare fuori, e ha concesso la rimessa agli altri.

Questo atteggiamento faccio fatica ad accettarlo su giocatori rientrati dall’infortunio, figurati se lo tollero dagli altri. Retegui sembrava Puscas, e difatti si è mangiato un gol da un metro, Gudmundsson sarà anche stato marcato costantemente da tre giocatori, ma appena abbiamo preso gol si è fatto tutto il campo palla al piede e ha fatto vedere la grinta di cui è capace, ha messo in difficoltà la difesa e ha servito un’occasione splendida a Dragusin. Bravo, ma dove sei stato per tutti gli altri novanta minuti? De Winter ogni partita mostra un paio di giocate magistrali e altrettante cappelle stratosferiche, il gol l’abbiamo preso per colpa sua; forse indossare la maschera gli ha fatto maturare due identità separate, quella dell’eroe e quella del supercriminale, e non ha ancora imparato a gestirsele.

La mia impressione è che stiamo ancora pagando l’assenza di Bani, che a quanto pare è l’uomo che sa organizzare il reparto difensivo. I gol stronzi nel finale li prendevamo anche prima, quindi forse è una teoria senza fondamento, ma mi sembra che con lui fossimo più solidi dietro.
E poi i cambi, per cui stiamo mettendo in croce l’allenatore, sono quelli che abbiamo a disposizione. Se togli Badelj e metti Kutlu non guadagni in qualità, ma chi altro ci metti? Thorsby sembrava tanta roba, ma più lo guardo giocare più mi sembra uno che fa del gran casino e nient’altro, Fini è stato invocato a lungo, è bravo, ci mette grinta, ma non è uno su cui puoi fare affidamento in serie A, ha 17 anni. Se lo facesse entrare da titolare vorremmo la testa dell’allenatore su una picca. Martin non mi sembra che finora abbia fatto vedere granché, e Haps viaggia a corrente alternata.

La squadra è questa, abbiamo alternative valide? E comunque l’allenatore ci passa tutta la settimana con questi giocatori, se non li fa entrare voglio pensare che sia perché non li ritiene adatti alla situazione, perché in quel momento gli servono altre caratteristiche o perché sono fuori forma, non perché gli stanno sul cazzo.
E se i giocatori della Primavera giocano in Primavera e non in serie A ci sarà una ragione, sennò avremmo un’unica squadra che mette insieme calciatori dai sedici ai trentaquattro anni, ma di cosa stiamo parlando?

Capisco che sia facile parlare dopo, c’è sempre un’alternativa che a posteriori poteva essere migliore. Ma è migliore solo perché non hai nessuna controprova, attaccarsi a queste polemiche significa essere stupidi o in malafede. Oggi c’è gente che sta rimpiangendo Blessin perché nella sua nuova squadra sta andando benissimo. Certo, nel campionato belga con un’altra squadra. Qui ha fatto cagare, lo abbiamo difeso (e io sono stato fra quelli) finché è stato legittimo farlo, poi l’abbiamo spedito senza rimpianti. Oggi facciamo la stessa cosa con Gilardino. La sua cattedra sta scricchiolando, ma non è ancora il momento di voltargli le spalle, ha ancora qualche alibi. E il più grande resta che la sua squadra se la gioca alla pari con chiunque, dai campioni in carica agli ultimi in classifica. Semmai il problema è che prende gol da entrambe e sempre negli ultimi minuti, e quello è un problema da risolvere, ma non lo risolvi cambiando allenatore.

Alberto GIlardino (Genoa) head coach

Ma poi, con chi lo sostituisci Gilardino? Non è che puoi andare da Gasperini a gennaio e chiedergli se molla la sua squadra a due punti dall’Europa per venire a tirarci un po’ su la classifica. E siamo sicuri che se arrivasse sarebbe bene accetto? Perché abbiamo rotto il cazzo anche a Gasperini, a suo tempo, e a Thiago Motta, e a Juric. Tutti allenatori che altrove hanno ottenuto dei buoni risultati, ma qui non capivano mai un cazzo. Qui siamo tutti esperti di calcio, e ogni settimana abbiamo la formazione perfetta da mettere in campo, ma non la diciamo a nessuno, salvo poi sbandierarla quando non serve più.

Abbiamo dei problemi a fare gol, ma quelli che segnavano si sono rotti e dobbiamo aspettare che ritrovino la forma; abbiamo dei problemi in difesa, ma anche lì vale il discorso di prima e comunque non è che le partite finiscano sempre con quattro pere nel cestino, ce ne fanno uno di fortuna verso la fine, se segnassimo di più probabilmente non ci faremmo neanche caso; abbiamo dei problemi coi cambi, e speriamo che a gennaio le cose si risolvano, sebbene il mercato invernale non sia mai generoso, e quest’anno c’è anche un problema di bilancio da far quadrare; abbiamo dei problemi negli ultimi minuti di gara, che però mi sembra che stiamo cercando di risolvere, nelle ultime partite ho visto la squadra più propositiva fino alla fine, forse ce la facciamo.

Nessuno di questi problemi mi sembra che si possa risolvere cambiando allenatore.

“I’ma get medieval on your ass”

5 Dic

Medieval, no? Perché Cittadella è circondata da una fortificazione medievale, e siccome ci ha fatto il culo mi sembrava che citare Pulp Fiction fosse un buon modo per..

Vaaa beneeee andiamo avanti, abbiamo perso anche col Cittadella. Eccallà. Qualcuno diceva che fosse scontato, dopo le critiche pesanti del mister ai suoi giocatori e le voci su un cambio di panchina le possibilità che la squadra facesse gruppo e offrisse una prestazione convincente erano poche.

Tre tiri in porta a dieci minuti dalla fine non bastano a portare a casa un risultato positivo, a meno che l’arbitro non conceda 45 minuti di recupero e la squadra avversaria non si faccia espellere almeno tre giocatori, ma visto lo spirito con cui il Genoa è sceso in campo probabilmente a quelle condizioni l’avremmo persa comunque.

Ma perché facciamo così schifo? All’inizio eravamo migliori, ottenevamo dei risultati, cos’è successo da novembre in poi, che abbiamo fatto un punto in quattro partite?

Non lo so, io su questo blog sono quello del cazzeggio immotivato, per le analisi tecniche dovreste chiedere al dottor Hardla, ma quando gli ho chiesto di scrivere due righe per Nube Che Corre si è messo a fare tuu tuu con la bocca e ha cercato di farmi credere di essere sulla Transiberiana in direzione Vladivostok.

Lo spumeggiante gioco del Genoa

Che peraltro è dove vorrei vedere la squadra oggi, perché se l’analisi tecnica della partita tocca a me, allora la faccio partire dall’unica soluzione accettabile: giocatori al confino in Siberia, allenatore al lavoro in un’altra società, direttore sportivo crocifisso e società col portafoglio in una mano e il blocchetto per gli appunti nell’altra, che qui la lista della spesa sarà lunga.

La squadra non sembra essere la corazzata che ci era stata presentata all’inizio, piuttosto una rosa di giocatori mediocri impreziosita da tre o quattro nomi più importanti. Più tre che quattro. Quelli forti, se mai li abbiamo avuti l’anno scorso, se ne sono andati; salverei quei due, forse tre che stanno dimostrando tenacia e piedi discreti. Discreti, non eccezionali: dribblare il centrocampo del Cittadella non ti rende Messi, mi spiace.

Con questa compagine mediocre a inizio campionato si vinceva a fatica, ci si faceva recuperare il vantaggio e si portava a stento a casa un punto; ogni partita mostrava un gioco cerebrale e ripiegato su sé stesso: attaccava parecchio per dieci minuti, poi si sedeva e iniziava ad amministrare il vantaggio, se c’era, sennò restava seduta anche sullo 0-0, non si faceva grossi problemi.

E questa è la premessa con cui affrontiamo il secondo grosso problema, che indossa il cappellino e parla tedesco.

Ho detto tedesco

Le avvisaglie che il gioco di Blessin non sarebbe stato spumeggiante le abbiamo avute già l’anno scorso, e qualcuno ha iniziato a mugugnare quest’estate, quando è stato riconfermato, ma noi fiduciosi li zittivamo dicendo che la squadra con cui siamo retrocessi era figlia delle scelte insensate di Preziosi, a cui la nuova società aveva dovuto rimediare in una finestra di mercato poco generosa come quella di gennaio. Dicevamo che ripartendo da zero avrebbero potuto ricostruire dalle fondamenta e imporre la loro visione che immaginavamo vincente. Poi il campionato di B è cominciato, e sembrava di rivedere lo stesso gioco dell’anno precedente. Eh ma devono ingranare, adattarsi al gioco dell’allenatore, dategli tempo, il campionato è lungo, la B è difficile.

Non c’è voluto molto alle altre squadre per capire il gioco del Genoa, è sempre uguale ogni partita, e hanno preso le contromisure, impedendoci di giocare anche quei primi dieci minuti ad alta intensità che ci avevano tanto impressionato. Oggi quel che resta del progetto 777 è sta roba inguardabile che se avesse le ruote sarebbe la coda in autostrada, tenuta in piedi da giocatori che non sembrano avere idea di come portare la palla dal dischetto di centrocampo alla porta avversaria, che preferiscono tornare indietro che provare ad affrontare un avversario, che ogni passaggio è troppo lungo, ogni cross troppo esterno, ogni tiro troppo debole, ma dico ogni tiro in modo sarcastico, perché ormai la porta la vedono solo a fine partita quando vanno a scusarsi sotto la curva.

“Va bene, ma se i segnali c’erano tutti perché non sono stati presi provvedimenti? Si parla di cambiare allenatore dalla fine di ottobre, siamo arrivati a metà dicembre ed è sempre lì”

Hai ragione, cara voce fuori campo, e se finora ho parlato dal fondo della mia ignoranza calcistica qui entra in ballo l’elemento di cui mi sento meno competente in assoluto, il Direttore Sportivo. Lo metto in mezzo perché lo vedo mettere in mezzo da tutti, tifosi e giornalisti, come quello che difende l’allenatore. In pratica si dice che se Blessin non se ne va è perché Spors (che nel frattempo non è più il direttore sportivo, ma a quanto pare ne fa ancora le veci) non vuole mandarlo via, e si protesta anche perché oltre a imporci una panchina che non ci piace non sembra neanche essere al suo posto quando c’è bisogno di lui.

Vabbè, facciamo che di Spors ne parla chi se ne capisce di più, io davvero non posso fare altro che ripetere quel che sento in giro. Però che l’allenatore abbia terminato il giro di giostra sembra evidente, alla luce dei risultati, delle dichiarazioni, del gioco espresso e anche delle scene imbarazzanti sul campo, con quello che non mi ricordo mai come si chiama che spreca un tiraccio e Gudmunsson che lo sfancula male sotto la Nord. Non è più una squadra, sono undici ragazzi vestiti tutti uguali che occupano lo stesso campo per 90 minuti. E quando si arriva a questi punti non si possono cambiare i giocatori, si sostituisce il mister.

Già, ma con chi?

Il nome più frequente la settimana scorsa era quello di Andreazzoli, ma nel dubbio se venire o no è andato ad allenare la Ternana. Adesso si parla di Gilardino, che sta facendo molto bene con la Primavera del Genoa e secondo alcuni sarebbe la scelta migliore, ma siamo sempre lì: se la società vuole tenersi Blessin tutti i nomi che escono sono invenzioni della stampa prive di sostanza. Tanto varrebbe immaginarsi Mourinho, perlomeno fino alla smentita possiamo illuderci di vincere il triplete.

Ci sarebbe mio zio

La disponibilità in questo momento è bassa, sia da parte degli allenatori che vorrebbero sobbarcarsi un incarico che si concluderebbe con tutta probabilità a fine campionato, sia da parte della società che neanche dopo la sconfitta in casa col Cittadella ha ritenuto opportuno comunicare ai tifosi le proprie intenzioni.

È questa l’assurdità in tutta la vicenda, che nessuno si prenda la briga di dire qualcosa. Finisce la partita, l’allenatore va a parlare coi giornalisti e pensi che sarà l’ultima volta che lo vedi, data l’aria che tira. E invece lui fa la sua disamina della partita, che è anche onesta, non è da tutti dire che i giocatori hanno fatto schifo e non sembravano neanche dei professionisti, e la cosa finisce lì. Sostegno da parte della società non se ne vede, opposizione neanche.

Oh, è vero che neanche la crisi dell’allenatore è stata mai certificata da alcuna dichiarazione, potrebbe essere stato tutto un grosso abbaglio della stampa, ma allora spero che lo sia anche la crisi sul campo, spero di svegliarmi domani mattina e scoprire che mi sono sognato tutto, siamo primi con dieci punti di distacco dalla seconda che fra l’altro è il Sudtirol, che fra tutte le squadre è quella che mi è più simpatica, ed è venerdì.

Football Championship Manager

13 Gen

Premetto che questo è uno sfogo e soprattutto che se nel 2003 non fosse arrrivato Preziosi, oggi, dopo almeno un fallimento, saremmo stabilmente nella parte sinistra della classifica, si, però del campionato di Lega Pro, prima divisione, però io questo calciomercato invernale, come anche i precedenti, non lo reggo più.

Va bene il rinforzarsi e il mettere qualche toppa agli errori estivi, ma certe cose non le capisco proprio.

Non capisco certe cessioni, però non quelle dei fuoriclasse tipo Milito o Ranocchia (però per quest'ultimo aspettare giugno era così grave?), quanto quelle dei giocatori "normali" tipo Biava e adesso Sculli. E' così necessario? Ce l'ha ordinato il dottore?

Biava lo abbiamo ceduto per dare fiducia a Sokratis e promuoverlo titolare, ma allora perché cedere il greco cinque mesi dopo. Esattamente come cedere adesso Moretti, perché abbiamo Criscito, quando ormai sembra certo che cederemo Mimmo a giugno.

Ora perché dovremo cedere Sculli, che con i suoi difetti e il suo scazzo di inizio campionato, ora sta dimostrando di servire come il pane e non è certo inferiore sulla carta agli sconosciuti sudamericani che potrebbero arrivare da un momento all'altro e che non siamo assolutamente sicuri che rendano di più, con tutti i problemi di ambientamento che potrebbero esserci, vedi Rafinha o Veloso.

Ma soprattutto, e questo è una mia opinione, perché cederli alla Lazio, a parte che io mi vergogno che la mia squadra sia in ottimi rapporti con uno come Lotito, se l'anno scorso li aiutavamo perché erano in zona retocessione, quest'anno perchè li aiutiamo?

Riguardo ad Antonelli e Paloschi il presidente aveva poi detto: "li sento già i genoani mugugnoni che si lamentano che abbiamo preso dei giocatori rotti". Va bene però se non sono rotti perché ieri sera non erano al Meazza, ma sono invece al centro "Riattiva" di Lavagna e contano di rimanerci fino alla fine del mese?

Infatti un altro difetto del nostro presidente, che comunque condivide con Garrone, è che su due volte che parla ai giornalisti, una sarebbe meglio che stesse zitto, inclusa la volta che ha dato 3 a Toni: nella sostanza aveva ragione, ma queste cose devono rimanere all'interno dello spogliatoio.

Ripeto, questo è uno sfogo e sono grato a Preziosi perché senza di lui certi giocatori non li avremmo mai visto con la maglia del Genoa, però certe cose mi preme comunque dirle.

Ciao ciao Gian Piero

8 Nov

Una notizia del genere merita di sconvolgere il torpore di Nube, almeno per un post.

GasperiniGasperini esonerato, notiziona bomba che francamente non m'aspettavo, non così presto. E' da inizio stagione che i rapporti tra allenatore e presidente proprio non andavano: troppe dichiarazioni critiche a mezzo stampa, troppe conferme di stima e rispetto reciproci. Era chiaro che qualcosa prima o poi sarebbe successo, e che solo una serie di risultati "importanti" (parola carissima a Gasp, la usa in luogo di qualsiasi aggettivo che denoti una connotazione positiva "Abbiamo fatto una partita importante", "Zeytulaev è un giocatore importante", "Oggi ho mangiato una pasta con le cotiche davvero importante", chiusa parentesi), avrebbe potuto far ricomporre il rapporto che effettivamente sembrava logoro, almeno a leggere i giornali.

Anche gli anni scorsi non erano certo mancate critiche di Gasp all'operato del Preziosi uomo mercato, e le puntuali risposte di quest'ultimo, ma sembrava più una normale dialettica tra due persone importanti (cazzo, ora non riesco a togliermelo più), e comunque i risultati davano ragione ad entrambi.

Ora che tutti hanno torto, l'allenatore deve saltare. E' la logica del calcio, dal momento che il presidente non può certo andarsene via, e far fuori tutta una squadra (dopo essersi svenati per costruirla in estate) è un po' complicato, soprattutto a novembre, e allora quello che deve saltare è l'allenatore.

Anche se si chiama Gian Piero Gasperini da Grugliasco, anche se è l'allenatore che mi ha fatto vedere il più bel Genoa della mia vita, anche se tutti gli vogliamo bene e credo lui ne voglia a noi.

Col senno del prima, e quindi praticamente nullo, si può pensare che forse questi anni meritavano una fine più simpatica, un addio che fosse gradito a tutti, dopo aver provato a sistemare ancora una volta le cose in corso d'opera, provare a resistere fino alla fine della stagione e tirare le somme. Ma visto che io non ci metto i soldi è anche giusto che non sia io a decidere come e quando lasciare a casa l'allenatore.

Anche se l'allenatore in questione si chiama Gian Piero Gasperini da Grugliasco, un allenatore davvero importante per il Genoa.

Stagione finita

22 Apr

Ok, qui non ci scriviamo più. Anche perché la stagione del Grifone, sebbene saremmo ancora in piena lotta per l’Europa (ora siamo ottavi, non è impossibile guadagnare una posizione), ha virato da tempo verso il grigiume e non solo per il gioco espresso.

Ma se il Presidente stesso rilascia dichiarazioni di questo tipo, mi sa che la volontà di provarci sia pari a zero:

ROMA (21 aprile) – Secondo Preziosi, presidente del Genoa, intervenuto a Radio Radio, la salvezza della Lazio non è in discussione. «La Lazio ha un organico importante. Se a Genova fallirà, credo che ci possa stare. Non ci sarà in questo senso nessun regalo, i miei ragazzi, vogliono vincere, e faranno di tutto per far loro il risultato. Certo è che, qualora perdessimo, non ne farei un dramma. La Lazio è più motivata, senza dubbio».
IL MESSAGGERO

non so voi, ma io le prossime domeniche mi troverò qualcosa di meglio da fare, sperando anche nel bel tempo.

Il ritorno dei morti viventi

25 Nov

Da un certo punto di vista la partita contro il Livorno poteva intitolarsi come questo post, oppure A Volte Ritornano, ma visto il risultato direi che tirare in ballo gli zombi è più corretto. Un ex presidente in tribuna, un ex allenatore in panchina, un ex giocatore in campo, e sono sicuro che da qualche parte nel mondo Dante Lopez ed Eloi stavano commentando la partita per una televisione sconosciuta. E come volevi intitolarla, La Rivincita Dei Nerds? Che poi, visto l’aspetto di Cosmi negli ultimi tempi ci starebbe bene anche Teenage Mutant Ninja Turtles, ma non siamo qui per far polemica. E se volete la verità neanche per lamentarci, che io ce l’avrei anche pensato apposta l’accostamento titolo-qualunque giocatore vi venga in mente, ma alla fine perché? Perché la difesa sta in campo a far vetrina e l’attacco non scende neanche sul terreno di gioco e fa entrare delle controfigure? No, perché secondo me qualcosa in più l’ha fatto vedere anche Floccari, e poi se il centrocampo non butta una palla là davanti non è che possano fare miracoli anche loro..
Diciamo che vista la formazione ampiamente inventata ci stava anche perdere, e poi lo sappiamo che con le ultime in classifica tre punti li regaliamo quasi sempre.
E allora cosa scrivi a fare, mi chiederete? Ma niente, è che passavo di qui e lo trovavo sempre abbandonato, e mi spiaceva, e poi le sto provando tutte per non pensare alla partita di sabato..

Morte e dannazione

25 Ott

Forse dopo la decima sconfitta di fila e la squadra sull’orlo della retrocessione sentiremo Gasperini dire che "probabilmente c’è un po’ di crisi", ma per ora va tutto bene, ce la possiamo giocare con chiunque e la sconfitta a Cagliari è stata colpa dell’arbitro. Abbiamo fatto due tiri in porta, il primo di Floccari che è entrato e un altro di Sculli, parato. Neanche il primo gol è nato da un tiro diretto, è stato deviato dentro da Dessena, però va bene così. Tre tiri contro l’Inter, tre a Lille e due a Cagliari, tutti gli altri sono stati cross sbagliati, passaggi troppo lunghi, o dribbling esasperati che finivano regolarmente sui piedi di qualche avversario. Il Genoa spumeggiante che ci faceva stropicciare gli occhi è stato sostiuito da undici bradipi, lenti e privi di qualunque idea che non sia tornare alla svelta negli spogliatoi e dimenticare. Manca il carattere, la voglia di lottare, prendiamo un gol e andiamo in crisi. Ma cosa succede?
Io ho provato a pensare a qualche ragione:

  1. L’anno scorso c’era una spina dorsale fortissima che da sola teneva in piedi la squadra. A noi sembrava di vedere un gruppo affiatato, ma in realtà erano quei tre fenomeni che costruivano ogni azione e permettevano anche agli altri di dare il massimo. Andati loro la squadra si è trovata priva di ossatura e ha cominciato a comportarsi da invertebrata;
  2. I troppi impegni settimanali non permettono ai giocatori di recuperare e dall’inizio del campionato sono stanchi come… naah, non riesco neanche a scriverla da quant’è una stronzata questa!
  3. Gasperini ne ha le balle piene, lui voleva puntare all’Europa e Preziosi gli ha comprato giocatori inadatti, così adesso li allena malvolentieri e non trasmette più la carica di cui avrebbero bisogno in campo;
  4. Preziosi ha cominciato a pagare i premi partita in gormiti, solo che distribuisce quelli della collezione 2007/2008, che i giocatori hanno già doppia e qualche volta tripla, così non si sentono sufficientemente motivati per fare il proprio dovere. L’unico che si impegna un po’ di più è Mesto, che infatti ha ricevuto l’Isola Di Gorm e non ci fa giocare nessuno. Pare che Sculli gli abbia detto che lo fa sparare da suo cugino.

Insomma, qui è merda, anche se dicono di no la situazione si fa pelosa, e non è perché c’è un’altra squadra che invece va bene, è merda comunque la si guardi, e se non si armano di paletta e la tirano su finisce che ci camminiamo sopra e cominciamo a portarcela dappertutto.

Della sofferenza

24 Ott

L’acquisto della società da parte di Enrico Preziosi ha rappresentato per il genoano medio il momento migliore di tutta la propria storia di sognatore sofferente: finalmente avevamo un presidente abbastanza ambizioso da poterci promettere traguardi fino ad allora insperati, e abbastanza maneggione da poter vedere quegli stessi obiettivi svanire da un giorno all’altro. Non credo sia necessario un esempio.
Mentre navigavano nelle acque tumultuose della serie c con l’imprenditore avellinese al timone, i genoani hanno potuto sperimentare livelli di sofferenza tali da poter dimenticare anche i vari Spinelli, Scerni, Dalla Costa.. Vabbè, forse Dalla Costa no..
Li vedevi sulle gradinate di Cittadella, di Salerno, a sgolarsi perché quel cazzo di Sinigaglia non tirava, quel deficiente Iliev si scartava i fili d’erba, quell’incapace di Mamede passava la palla agli avversari.. l’unico cui non si dedicavano appellativi era Zaniolo, che per lui non se n’è mai trovato uno sufficientemente offensivo.
Ma era bello ritrovarsi tutti lì, a Lumezzane, che fino a ieri neanche lo sapevi che esisteva un posto che si chiama così, con gli occhi fuori dalle orbite e le vene del collo gonfie perché Lamacchi si disinteressava della partita e raccoglieva le margheritine a bordocampo, ti faceva sentire vivo, ti sembrava di incarnare in quell’atto di portare le mani alla bocca e insultare un tuo giocatore tutta la secolare storia del Genoa. Definirsi un genoano felice era un ossimoro,
i colori sociali sono da sempre  rosso, blu e tribolazione.

Con l’arrivo di Gasperini è cambiato tutto. Già dalla serie b si è visto un gioco diverso, veloce, vario, e che soprattutto portava risultati. C’era Adailton là davanti che faceva un mucchio di gol, segnava Greco, segnava addiritttura Gasparetto, e i tifosi genoani si sono gasati. "Vegnimmu in A", sentivi dire allo stadio, e così è stato. Certo, avevi sempre qualche giocatore che rendeva meno, Di Vaio ha contribuito tantissimo a mantenere alto il mugugno e basso il profilo, ma nel complesso la situazione stava migliorando pericolosamente, fino a sfociare nel campionato dell’anno scorso: il ritorno di Milito è stato il primo segnale di un qualcosa di grave, poi la vittoria contro il Milan, contro la Roma, addirittura contro la Juventus, entrambi i derby in saccoccia con ben quattro pere alla squadra di delegazione, stava sorgendo un problema mica da poco: il tifoso genoano ha dovuto scontrarsi con una sensazione fino a quel momento mai provata, l’appagamento. Aprivi un giornale e al Genoa erano accostati aggettivi sconosciuti, tipo bellissimo, o inarrestabile; ci paragonavano a squadre che fino ad allora esistevano solo il mercoledì sera alla televisione, come il Barcellona, dicevano che Gasperini era il miglior allenatore d’Italia, convocavano i nostri giocatori in nazionale. Come facevi a non andare in confusione? Qualche tifoso più debole non è riuscito a reggere lo stress da soddisfazione e ha cominciato a votare PD, altri si sono addirittura trasferiti a Busalla, in un monolocale con vista sull’Iplom.

Tutto questo fino al campionato attuale. Già da qualche tempo il tifoso genoano ha potuto ritrovare la sua ragione di essere, andando allo stadio a vedere una squadra sempre più incerta. La cessione di Milito, Motta e Ferrari è stata una botta mica da ridere, e la successiva campagna acquisti ha seminato nei genoani il primo germe dell’incertezza. "Chi u l’è stu Fatic?", sentivi dire allo stadio, "U Crespu u l’è veggiu!", c’era più elettricità nell’aria, ma ancora non bastava, la squadra aveva cominciato benissimo, era addirittura prima in classifica, serviva lo scossone.
La sconfitta col Chievo, al termina di una partita inguardabile, è stato il segnale che tutti aspettavano. Il gioco di Gasperini aveva cominciato a non vedersi più, la squadra arrancava senza costrutto, gli attaccanti non segnavano. "Eh ma son stanchi", "Eh ma ci sono tante assenze", "Eh ma una partita si può anche perdere", "Eh ma abbiamo più punti dell’anno scorso", sentivi dire, ma sentivi anche "Il mercato è stato sbagliato", sentivi "Dovevamo tenere Acquafresca", sentivi "Son troppo giovani".
La diga stava cedendo in fretta, i tifosi avevano ritrovato la strada, il monolocale davanti all’Iplom era di nuovo disabitato, le pastiglie per il mal di fegato che giacevano invendute in ogni farmacia cittadina ricominciavano a trovare acquirenti.
La bella vittoria di Bologna ha impedito la tracimazione immediata delle certezze dei genoani, ma otto reti subite in due incontri, nessun segno di vita da parte degli attaccanti, una squadra involuta e palesemente in difficoltà anche nei passaggi più semplici ha generato un processo di rivitalizzazione del tifoso che ormai è inarrestabile. Ora si che i genoani si riconoscono per quello che sono, gli alfieri della sofferenza del calcio italico! Guardali come si alzano presto la mattina per andare a mugugnare al bar! Guardali la domenica portare le mani alla bocca per offendere la madre di Floccari, il padre di Mesto, tutta la famiglia di Esposito! Finalmente i bei momenti sono passati, ora abbiamo una squadra davvero in grado di farci girare le balle tutte le domeniche, di deluderci perdendo anche le partite più facili, di attirare su di sè ogni tipo di sfiga possibile. Ora si che possiamo mangiarci le unghie perché domenica andremo a Cagliari, perché anche il Cagliari ora ci fa paura, ora ci fa paura anche il Livorno!
Attento mondo, i Genoani sono tornati, e non chiederanno sconti!

ultimo stadio

16 Ott

Nonostante il titolo non voglio parlare delle drammatiche condizioni in cui versa questo blog, che da quando c’è feisbuc siamo tutti lì a scrivere cretinate e giocare ai giochini e non troviamo più il tempo di aggiornare queste pagine di storia e gloria (che, lo sappiamo, manchi tu nell’aria).
Ecco, io vorrei soffermarmi un momento sulla spinosa e fumosa questione dello stadio nuovo..
..
..ecco fatto. Grazie per l’attenzione.

No, mi fermo ancora un po’, perché a me questa storia non sembra per niente pulita, e per aiutarvi a capire meglio le mie perplessitudini vorrei ripercorrere i punti salienti della vicenda. Le date non me le ricordo, casomai ce le potete aggiungere voi.

Tutto comincia un giorno di pioggia, freddo e minaccioso, quando il presidente di una squadra a righe decide che lui a Marassi la sua squadra con le righe non ce la vuole più far giocare, che quello stadio lì secondo lui non va mica bene, che non è adatto, che è vecchio, che è in centro, che anche il nome Luigi Ferraris ricorda le macchine da corsa e lui invece vorrebbe qualcosa di più evocativo allo sport che rappresenta, tipo Bottecchia, e che una squadra senza uno stadio adeguato è come un suo giocatore senza la bici: destinato al fallimento. Ne vorrebbe costruire uno nuovo superaccessoriato a Trasta, e chiede ai cittadini cosa ne pensano.

La risposta della città è variegata, i suoi sostenitori lanciano slogan di incitamento tipo "a Trasta Garrone e basta", mentre la parte rossoblù della tifoseria risponde con slogan che difendono la permanenza del Genoa a casa propria, tipo "a Trasta Garrone e basta", ma anche "hai voluto la bicicletta, ora pedala!".

Al di là di qualche battuta fra le opposte schiere non si registrano episodi rilevanti, il Comune fa presente che il Ferraris è una spesa che non ama accollarsi, Preziosi risponde che lui se lo comprerebbe anche, ma bisogna prima spostare il carcere.

Per un po’ non si sente più niente, la squadra di casa e quella di periferia continuano a dividersi lo stesso terreno, Milito gli fa quattro pere, il campionato finisce e tutto sembra concludersi.

Poi il Genoa va in Uefa. Improvvisamente lo stadio non è più a norma, e le deroghe per poter giocare le partite di coppa che fino a ieri rappresentavano la normalità diventano un problema gravissimo. Garrone si fa avanti un’altra volta e Preziosi a sorpresa lo difende, sostenendo che Genova non può permettersi due stadi. Cip e Ciop vanno dal sindaco a promuovere il nuovo impianto e tutti e due si strappano i capelli lamentando che uno stadio deve vivere tutta la settimana, altrimenti non può contenere i costi, che Marassi è inadeguato, che bisogna fare qualcosa; il petroliere in realtà capelli se ne strappa pochi, che con le braccia corte che si ritrova non arriva più su delle orecchie, ma dalla tasca estrae la sorpresa: un progetto bello pronto di uno stadio accanto all’aeroporto!

Pensate la comodità, dice, di poter raggiungere la gradinata direttamente in aereo ogni volta che il pilota sbaglia le misure dell’atterraggio! E che figata dover urlare ancora più forte per sovrastare il frastuono dei motori!
Sembra veramente un’idea geniale, in nessuna parte del mondo hanno pensato di costruire un impianto sportivo ad alta frequentazione vicino a un elemento delicato come un aeroporto, Genova si dimostra più avanti anche in questo!
Peccato che l’Enac, l’ente preposto a legiferare sul traffico aereo nazionale, rifiuti la proposta, adducendo scuse puerili come la sicurezza.
Eh ora! A Palermo l’aeroporto è attaccato a un monte, a Gibilterra lo attraversa la strada principale, e qui ci formalizziamo per cinquantamila tifosi!
Comunque lo stadio vicino all’aeroporto non si fa più. Il sindaco più antiestetico del pianeta, però, non ha alcuna intenzione di aspettare oltre, e insiste che lo stadio vada fatto, dove non si sa, ma bisogna farlo e basta. E lui/lei non ci metterà un centesimo, se lo dovranno pagare le società!
Garrone non si dà per vinto, e tira fuori dalla manica un altro asso, il progetto di un impianto avveniristico sulla collina della Colisa, a Campi. C’è già tutto, il terreno libero e acquistato, il progetto pazzesco, le strade da allargare, i tifosi contenti, i soldi.. La giunta comunale si esalta a vedere tutti quei bei disegnini, chiede se davvero ci metteranno anche il centro commerciale sotto, e le barriere che vanno su e giù? Fiiicooo! Insomma che si fa, il sindaco che ama pettinarsi col vinavil è d’accordo, i cittadini della zona sono entusiasti, che per fare lo stadio dovranno sfrattarli e immaginano di venire trasferiti in una zona migliore, non si sa quale, ma meglio che sotto il cavalcavia dell’autostrada ci vuol poco, va bene anche Mignanego.
L’unico che non ci sta più è Preziosi, che sente puzza di imbroglio e si tira indietro, che lui i giochi politici non li fa, che lo stadio di Marassi va bene, che se il sindaco che ci va giù pesante col solvente è d’accordo lui avrebbe già il progetto, che non è mica vero che uno stadio per una squadra sola costa troppo, che lui Marassi se lo manterrebbe volentieri, e poi il Genoa è sempre stato di casa lì, e vuoi mica trasferirlo, e spostatemi le carceri, e così siamo tornati esattamente al punto di partenza, c’è un presidente che vuole lasciare Marassi e ce n’è un altro che vuole metterci radici.

In mezzo c’è stata un sacco di politica, e diverse cose che non sono chiare, e che si possono riassumere grossomodo con una domanda: da tutti questi rigiri chi ci guadagna?
Cioè, uno stadio nuovo costa certamente di più della ristrutturazione del Ferraris, e la zona scelta imporrebbe la costruzione o l’adeguamento di infrastrutture ben oltre l’impianto sportivo: ci vogliono strade, parcheggi, bisognerebbe evitare di intasare una zona già parecchio congestionata di suo, soprattutto la domenica, e tutto ciò ha dei costi.
E poi com’è che il primo progetto, quello dell’aeroporto, ha avuto tempi di gestazione così lunghi, se c’era già quest’altro pronto in una zona che da subito è piaciuta a tutti? Non poteva presentarlo subito?
E anche Preziosi, che dice di non volere lo stadio, poi si, che non se ne può fare a meno, poi di nuovo no, e che lui non ci sta a fare politica, cos’ha fatto finora?