Archivio | tragedie RSS feed for this section

Breve invito a rinviare il suicidio

16 Feb

Girano le balle perdere 4-1, ed è il motivo per cui non starò a dilungarmi con spiegazioni tecniche e infiocchettature, anche perché non ci capisco un cazzo di tecnica.

Con la Fiorentina abbiamo perso con lo stesso punteggio, ma era una squadra di birilli che si guardava intorno pensando cazzo siamo in serie A mentre gli avversari giocavano a calcio, forse le avremmo prese anche dalla Polisportiva Ottuagenari Irriducibili.

Qui ce la siamo giocata alla pari con la squadra che propone il calcio migliore del campionato, non mi interessa se l’Inter è prima e l’Atalanta quarta, sono convinto che sia solo una questione di quanti soldi hai per mettere insieme la tua rosa: se Gasperini allenasse ancora l’Inter (e quindi se a Milano vivessero delle persone con un cervello e non dei presuntuosi che confondono le dimensioni del cazzo con quelle del portafoglio) gli avrebbe fatto vincere tutte le coppe esistenti compresa quella d’Asia, in qualche modo ci sarebbe riuscito, non lo so, forse facendo prendere a tutti i giocatori la cittadinanza malese.

C’è stato un momento nel secondo tempo, prima del 3-1 e della definitiva rinuncia, in cui i loro giocatori si sono messi a fare melina, a perdere tempo sulla battuta, perché si sono ritrovati chiusi in uno spicchio di campo da dieci belve che per come giocavano sembravano il doppio, in uno stadio che traboccava di scalmanati che stavano urlando da un’ora e passa, e si stavano cagando addosso.

Abbiamo perso, ma facendo vedere un gran gioco, contro una squadra fortissima, e non arrendendoci mai fino all’ultimo. Mi sembrano lontanissimi quei momenti in cui la squadra si chiudeva negli ultimi minuti e prendeva il gol del cazzo, in genere dopo i cambi.

Non so scegliere un giocatore che abbia offerto una prestazione migliore degli altri, neanche Gudmundsson: è stato criticato per la minore incisività, ma mi sembra che abbia fatto il possibile, ormai lo marcano in quattro, non puoi aspettarti la magia come all’inizio. Non ci capisco granché di calcio e uno più bravo potrebbe farmi notare gli errori di questo o quel giocatore, ma gli errori ci stanno, credo che vada valutata la prestazione nell’insieme e quella è stata altissima da parte di tutti, titolari e subentrati, vecchi e nuovi.

Abbiamo ritrovato il Retegui di inizio campionato, abbiamo avuto la conferma che Bani è un fenomeno (non voglio fare quello che ve lo diceva da mesi, ma ve lo dicevo da mesi e adesso lo pensa anche Scamacca), abbiamo visto un altro ottimo Vitinha che ci fa sperare in un futuro dopo Albert, e soprattutto abbiamo finalmente l’Ekuban che sognavamo, uno che sa in che direzione si trova la porta e cerca di raggiungerla o di mettere i compagni in condizione di farlo. Il tacco che ha messo Gudmundsson da solo davanti al portiere è stato clamoroso: stop e tacco all’indietro in un unico movimento. Poesia. Albert che non la butta dentro invece bestemmie, ma va dato merito anche a Carnesecchi di essere uno dei migliori portieri della Serie A; con un altro in porta non so se il risultato finale sarebbe stato lo stesso.

Alla fine abbiamo perso perché l’Atalanta è più forte, tutto lì. Ci sta, se fossimo più forti di tutti quelli che vengono a sfidarci saremmo primi, e invece finiremo undicesimi o dodicesimi, che per il primo anno va benissimo. L’anno prossimo finiremo noni, e da quello dopo cercheremo di giocarcela per il sesto posto, ma le previsioni a lungo termine dipendono dal mercato, nostro e degli altri, e non sono attendibili.

Intanto la prossima è a Napoli, sarà durissima, ma Mazzarri non è Gasperini, come ci ricordano quei due tre derby vinti. Vado che è tardi.

Io in Sardegna non ci sono mai stato

7 Nov

Io in Sardegna non ci sono mai stato, perché per andarci bisogna prendere il traghetto, e per prendere il traghetto bisogna andare al terminal traghetti e fare la coda nel posteggio, e io se c’è una cosa che proprio detesto visceralmente sono le code nei posteggi, e quindi in Sardegna non mi viene mai voglia di andarci. Oltretutto fra Genova e la Sardegna c’è quell’altra grossa isola, quella di Napoleone, e io non lo so mica come si fa a evitarla, c’è proprio davanti, è proprio grossa, e chi me lo dice che io non prendo un traghetto per la Sardegna e quando sbarco mi viene davanti Ocatarinetabelacicix che mi parla in francese?

L’abitante tipico di quell’isola lì

Poi in Sardegna cosa c’è, che uno dovrebbe volerci andare? Le spiagge vabbè, saranno anche belle spiagge, ma a me il mare dopo un po’ mi rompe le palle, per la precisione dopo un’ora e quarantadue minuti, l’ho cronometrato, e io farmi la coda nel posteggio e prendere il traghetto e schivare quell’altra isola di Ocatarinetabelacicix per farmi un’ora e quarantadue di spiaggia bellissima scusate ma mi sembra una perdita di tempo.

Per questo ho trovato molto coraggiosa l’iniziativa dei 400 tifosi genoani che si sono fatti la coda, hanno preso il traghetto, hanno schivato l’isola dove si parla francese e sono arrivati a Cagliari senza neanche fermarsi su una delle spiagge così stupende della Sardegna, solo per vedere il Genoa perdere contro una squadra che se prima di giocare contro di noi era terzultima a sei punti ci sarà stato pure un motivo.
Fra l’altro mi incuriosisce questo fatto che quando in tv fanno vedere i tifosi che prendono il traghetto li vedi sempre che cantano e agitano le braccia slanciandole in alto e all’esterno, vedi sempre questo gruppo di persone e un sacco di braccia tese che si incrociano sopra le loro teste, che se togliessi l’audio potresti pensare che si tratti di un raduno di neonazisti intenti a fare il saluto romano.
Forse la compagnia di traghetti che gestisce i viaggi verso la Sardegna fornisce degli sconti ai tifosi in trasferta, ma vuole essere sicura che chi ne usufruisce sia davvero un tifoso e quindi li tiene monitorati per tutto il viaggio, e se a metà strada si accorge che fra loro c’è un infiltrato che va in Sardegna per le sue spiagge pazzesche gli applica subito il sovrapprezzo.

Io una volta ho avuto una ragazza sarda che era molto bella e ci divertivamo molto insieme, però soffriva di sofferenza, che è quel male incurabile per cui anche se ti sta andando bene tutto devi sempre trovare un motivo per morire dentro, e quando ho visto la partita Cagliari-Genoa per cui i tifosi hanno affrontato tutte le fatiche di cui sopra, mi sono sentito un po’ come quando stavo con quella ragazza lì.
Perché abbiamo giocato bene, secondo me. Certo, abbiamo fatto qualche errore, ma ho visto un piglio più convinto che in altre volte, abbiamo pasticciato durante tutta la partita senza tenerci tutto il calo fisico e mentale per gli ultimi venti minuti, e abbiamo anche preso una traversa e abbiamo fatto un gol che forse lo puoi vedere soltanto al Cirque du Soleil. Mi sono divertito, e ho goduto, e ho sofferto e mi sono incazzato che volevo tirare il gatto contro il televisore, e sono esattamente le emozioni che provavo con quella ragazza là, e allora ho pensato che forse non è il Genoa il problema, è proprio la Sardegna, e allora ho voluto scrivere un post che parlasse di quest’isola che non conosco e che non credo che visiterò mai, ma non si può mai dire, lo pensavo anche della Cina.

Sarebbe anche un peccato tirarlo contro la televisione, povera stella

Io in Sardegna non ci sono mai stato, non so bene cosa si mangia, ma credo si mangino piatti molto gustosi ed energetici, perché quando vedi Petagna sfoggiare un fisico da assaggiatore di porcheddu e correre per il campo più veloce di Ekuban, che per farlo rendere in campo lo stiamo nutrendo da mesi a torronipernigotti, ti viene il dubbio che stiamo sbagliando tutto, e quando poi vedi Puscas sbagliare l’ennesimo gol da solo davanti al portiere il torronepernigotti ti viene voglia di spaccarglielo in testa e i pezzi infilarglieli ma andiamo avanti che è meglio.

Le città della Sardegna non sono famose per i loro monumenti, credo, ma potrei sbagliare, tipo a Oristano cosa c’è? C’è qualcosa a Oristano per cui valga la pena farsi ore di coda nel posteggio e schivare l’isola francese e non andare nelle spiagge da orgasmo? O a Olbia? Io quando penso alla Sardegna penso ai nuraghe che però, senza nulla togliere a questi importantissimi reperti di un’antica civiltà, non mi spingono a gettarmi sul sito della Moby Lines con dita frenetiche, oppure penso al campo dove gioca il Cagliari, che è uno dei più piccoli campi da gioco della Serie A insieme a quello del Venezia (che quest’anno non ci gioca, ma ci siamo capiti), e questa cosa mette in difficoltà molte squadre, ed è uno dei motivi per cui il Cagliari in casa è molto più forte che in trasferta.

E noi ci abbiamo perso, puttanazza ladra, ma non so se la colpa sia del campo o piuttosto del fatto che Luvumbo ha fatto il cazzo che ha voluto per tutta la partita, e il primo che mi dice che Bani non è adatto alla categoria vengo lì e gli sputo nell’occhio destro, che da quando non c’è la difesa ha degli spifferi che ci entra chiunque, compreso un esterno di una squadra da retrocessione che fino a ieri aveva sei punti in dieci partite e un attaccante sovrappeso amante del porcheddu.

Pianto lì perché mi sta rimontando la carogna e sto già cercando il punto più ergonomico dove impugnare il gatto. Venerdì sera giochiamo contro il Verona, siamo ancora senza Retegui e io piuttosto che quel camionista con le treccine preferirei vedere uno della Primavera, uno qualsiasi, anche il portiere, e non venite a raccontarmi che sarà una partita difficile dal punto di vista emotivo e servono giocatori con più esperienza, perché la cosa peggiore che ci potrebbe succedere è che si fa espellere e ci tocca continuare in dieci, che però è la stessa cosa che succede ogni volta che in campo c’è Puscas e senza neanche l’intervento dell’arbitro.

“I’ma get medieval on your ass”

5 Dic

Medieval, no? Perché Cittadella è circondata da una fortificazione medievale, e siccome ci ha fatto il culo mi sembrava che citare Pulp Fiction fosse un buon modo per..

Vaaa beneeee andiamo avanti, abbiamo perso anche col Cittadella. Eccallà. Qualcuno diceva che fosse scontato, dopo le critiche pesanti del mister ai suoi giocatori e le voci su un cambio di panchina le possibilità che la squadra facesse gruppo e offrisse una prestazione convincente erano poche.

Tre tiri in porta a dieci minuti dalla fine non bastano a portare a casa un risultato positivo, a meno che l’arbitro non conceda 45 minuti di recupero e la squadra avversaria non si faccia espellere almeno tre giocatori, ma visto lo spirito con cui il Genoa è sceso in campo probabilmente a quelle condizioni l’avremmo persa comunque.

Ma perché facciamo così schifo? All’inizio eravamo migliori, ottenevamo dei risultati, cos’è successo da novembre in poi, che abbiamo fatto un punto in quattro partite?

Non lo so, io su questo blog sono quello del cazzeggio immotivato, per le analisi tecniche dovreste chiedere al dottor Hardla, ma quando gli ho chiesto di scrivere due righe per Nube Che Corre si è messo a fare tuu tuu con la bocca e ha cercato di farmi credere di essere sulla Transiberiana in direzione Vladivostok.

Lo spumeggiante gioco del Genoa

Che peraltro è dove vorrei vedere la squadra oggi, perché se l’analisi tecnica della partita tocca a me, allora la faccio partire dall’unica soluzione accettabile: giocatori al confino in Siberia, allenatore al lavoro in un’altra società, direttore sportivo crocifisso e società col portafoglio in una mano e il blocchetto per gli appunti nell’altra, che qui la lista della spesa sarà lunga.

La squadra non sembra essere la corazzata che ci era stata presentata all’inizio, piuttosto una rosa di giocatori mediocri impreziosita da tre o quattro nomi più importanti. Più tre che quattro. Quelli forti, se mai li abbiamo avuti l’anno scorso, se ne sono andati; salverei quei due, forse tre che stanno dimostrando tenacia e piedi discreti. Discreti, non eccezionali: dribblare il centrocampo del Cittadella non ti rende Messi, mi spiace.

Con questa compagine mediocre a inizio campionato si vinceva a fatica, ci si faceva recuperare il vantaggio e si portava a stento a casa un punto; ogni partita mostrava un gioco cerebrale e ripiegato su sé stesso: attaccava parecchio per dieci minuti, poi si sedeva e iniziava ad amministrare il vantaggio, se c’era, sennò restava seduta anche sullo 0-0, non si faceva grossi problemi.

E questa è la premessa con cui affrontiamo il secondo grosso problema, che indossa il cappellino e parla tedesco.

Ho detto tedesco

Le avvisaglie che il gioco di Blessin non sarebbe stato spumeggiante le abbiamo avute già l’anno scorso, e qualcuno ha iniziato a mugugnare quest’estate, quando è stato riconfermato, ma noi fiduciosi li zittivamo dicendo che la squadra con cui siamo retrocessi era figlia delle scelte insensate di Preziosi, a cui la nuova società aveva dovuto rimediare in una finestra di mercato poco generosa come quella di gennaio. Dicevamo che ripartendo da zero avrebbero potuto ricostruire dalle fondamenta e imporre la loro visione che immaginavamo vincente. Poi il campionato di B è cominciato, e sembrava di rivedere lo stesso gioco dell’anno precedente. Eh ma devono ingranare, adattarsi al gioco dell’allenatore, dategli tempo, il campionato è lungo, la B è difficile.

Non c’è voluto molto alle altre squadre per capire il gioco del Genoa, è sempre uguale ogni partita, e hanno preso le contromisure, impedendoci di giocare anche quei primi dieci minuti ad alta intensità che ci avevano tanto impressionato. Oggi quel che resta del progetto 777 è sta roba inguardabile che se avesse le ruote sarebbe la coda in autostrada, tenuta in piedi da giocatori che non sembrano avere idea di come portare la palla dal dischetto di centrocampo alla porta avversaria, che preferiscono tornare indietro che provare ad affrontare un avversario, che ogni passaggio è troppo lungo, ogni cross troppo esterno, ogni tiro troppo debole, ma dico ogni tiro in modo sarcastico, perché ormai la porta la vedono solo a fine partita quando vanno a scusarsi sotto la curva.

“Va bene, ma se i segnali c’erano tutti perché non sono stati presi provvedimenti? Si parla di cambiare allenatore dalla fine di ottobre, siamo arrivati a metà dicembre ed è sempre lì”

Hai ragione, cara voce fuori campo, e se finora ho parlato dal fondo della mia ignoranza calcistica qui entra in ballo l’elemento di cui mi sento meno competente in assoluto, il Direttore Sportivo. Lo metto in mezzo perché lo vedo mettere in mezzo da tutti, tifosi e giornalisti, come quello che difende l’allenatore. In pratica si dice che se Blessin non se ne va è perché Spors (che nel frattempo non è più il direttore sportivo, ma a quanto pare ne fa ancora le veci) non vuole mandarlo via, e si protesta anche perché oltre a imporci una panchina che non ci piace non sembra neanche essere al suo posto quando c’è bisogno di lui.

Vabbè, facciamo che di Spors ne parla chi se ne capisce di più, io davvero non posso fare altro che ripetere quel che sento in giro. Però che l’allenatore abbia terminato il giro di giostra sembra evidente, alla luce dei risultati, delle dichiarazioni, del gioco espresso e anche delle scene imbarazzanti sul campo, con quello che non mi ricordo mai come si chiama che spreca un tiraccio e Gudmunsson che lo sfancula male sotto la Nord. Non è più una squadra, sono undici ragazzi vestiti tutti uguali che occupano lo stesso campo per 90 minuti. E quando si arriva a questi punti non si possono cambiare i giocatori, si sostituisce il mister.

Già, ma con chi?

Il nome più frequente la settimana scorsa era quello di Andreazzoli, ma nel dubbio se venire o no è andato ad allenare la Ternana. Adesso si parla di Gilardino, che sta facendo molto bene con la Primavera del Genoa e secondo alcuni sarebbe la scelta migliore, ma siamo sempre lì: se la società vuole tenersi Blessin tutti i nomi che escono sono invenzioni della stampa prive di sostanza. Tanto varrebbe immaginarsi Mourinho, perlomeno fino alla smentita possiamo illuderci di vincere il triplete.

Ci sarebbe mio zio

La disponibilità in questo momento è bassa, sia da parte degli allenatori che vorrebbero sobbarcarsi un incarico che si concluderebbe con tutta probabilità a fine campionato, sia da parte della società che neanche dopo la sconfitta in casa col Cittadella ha ritenuto opportuno comunicare ai tifosi le proprie intenzioni.

È questa l’assurdità in tutta la vicenda, che nessuno si prenda la briga di dire qualcosa. Finisce la partita, l’allenatore va a parlare coi giornalisti e pensi che sarà l’ultima volta che lo vedi, data l’aria che tira. E invece lui fa la sua disamina della partita, che è anche onesta, non è da tutti dire che i giocatori hanno fatto schifo e non sembravano neanche dei professionisti, e la cosa finisce lì. Sostegno da parte della società non se ne vede, opposizione neanche.

Oh, è vero che neanche la crisi dell’allenatore è stata mai certificata da alcuna dichiarazione, potrebbe essere stato tutto un grosso abbaglio della stampa, ma allora spero che lo sia anche la crisi sul campo, spero di svegliarmi domani mattina e scoprire che mi sono sognato tutto, siamo primi con dieci punti di distacco dalla seconda che fra l’altro è il Sudtirol, che fra tutte le squadre è quella che mi è più simpatica, ed è venerdì.

Morte e dannazione

25 Ott

Forse dopo la decima sconfitta di fila e la squadra sull’orlo della retrocessione sentiremo Gasperini dire che "probabilmente c’è un po’ di crisi", ma per ora va tutto bene, ce la possiamo giocare con chiunque e la sconfitta a Cagliari è stata colpa dell’arbitro. Abbiamo fatto due tiri in porta, il primo di Floccari che è entrato e un altro di Sculli, parato. Neanche il primo gol è nato da un tiro diretto, è stato deviato dentro da Dessena, però va bene così. Tre tiri contro l’Inter, tre a Lille e due a Cagliari, tutti gli altri sono stati cross sbagliati, passaggi troppo lunghi, o dribbling esasperati che finivano regolarmente sui piedi di qualche avversario. Il Genoa spumeggiante che ci faceva stropicciare gli occhi è stato sostiuito da undici bradipi, lenti e privi di qualunque idea che non sia tornare alla svelta negli spogliatoi e dimenticare. Manca il carattere, la voglia di lottare, prendiamo un gol e andiamo in crisi. Ma cosa succede?
Io ho provato a pensare a qualche ragione:

  1. L’anno scorso c’era una spina dorsale fortissima che da sola teneva in piedi la squadra. A noi sembrava di vedere un gruppo affiatato, ma in realtà erano quei tre fenomeni che costruivano ogni azione e permettevano anche agli altri di dare il massimo. Andati loro la squadra si è trovata priva di ossatura e ha cominciato a comportarsi da invertebrata;
  2. I troppi impegni settimanali non permettono ai giocatori di recuperare e dall’inizio del campionato sono stanchi come… naah, non riesco neanche a scriverla da quant’è una stronzata questa!
  3. Gasperini ne ha le balle piene, lui voleva puntare all’Europa e Preziosi gli ha comprato giocatori inadatti, così adesso li allena malvolentieri e non trasmette più la carica di cui avrebbero bisogno in campo;
  4. Preziosi ha cominciato a pagare i premi partita in gormiti, solo che distribuisce quelli della collezione 2007/2008, che i giocatori hanno già doppia e qualche volta tripla, così non si sentono sufficientemente motivati per fare il proprio dovere. L’unico che si impegna un po’ di più è Mesto, che infatti ha ricevuto l’Isola Di Gorm e non ci fa giocare nessuno. Pare che Sculli gli abbia detto che lo fa sparare da suo cugino.

Insomma, qui è merda, anche se dicono di no la situazione si fa pelosa, e non è perché c’è un’altra squadra che invece va bene, è merda comunque la si guardi, e se non si armano di paletta e la tirano su finisce che ci camminiamo sopra e cominciamo a portarcela dappertutto.

Della sofferenza

24 Ott

L’acquisto della società da parte di Enrico Preziosi ha rappresentato per il genoano medio il momento migliore di tutta la propria storia di sognatore sofferente: finalmente avevamo un presidente abbastanza ambizioso da poterci promettere traguardi fino ad allora insperati, e abbastanza maneggione da poter vedere quegli stessi obiettivi svanire da un giorno all’altro. Non credo sia necessario un esempio.
Mentre navigavano nelle acque tumultuose della serie c con l’imprenditore avellinese al timone, i genoani hanno potuto sperimentare livelli di sofferenza tali da poter dimenticare anche i vari Spinelli, Scerni, Dalla Costa.. Vabbè, forse Dalla Costa no..
Li vedevi sulle gradinate di Cittadella, di Salerno, a sgolarsi perché quel cazzo di Sinigaglia non tirava, quel deficiente Iliev si scartava i fili d’erba, quell’incapace di Mamede passava la palla agli avversari.. l’unico cui non si dedicavano appellativi era Zaniolo, che per lui non se n’è mai trovato uno sufficientemente offensivo.
Ma era bello ritrovarsi tutti lì, a Lumezzane, che fino a ieri neanche lo sapevi che esisteva un posto che si chiama così, con gli occhi fuori dalle orbite e le vene del collo gonfie perché Lamacchi si disinteressava della partita e raccoglieva le margheritine a bordocampo, ti faceva sentire vivo, ti sembrava di incarnare in quell’atto di portare le mani alla bocca e insultare un tuo giocatore tutta la secolare storia del Genoa. Definirsi un genoano felice era un ossimoro,
i colori sociali sono da sempre  rosso, blu e tribolazione.

Con l’arrivo di Gasperini è cambiato tutto. Già dalla serie b si è visto un gioco diverso, veloce, vario, e che soprattutto portava risultati. C’era Adailton là davanti che faceva un mucchio di gol, segnava Greco, segnava addiritttura Gasparetto, e i tifosi genoani si sono gasati. "Vegnimmu in A", sentivi dire allo stadio, e così è stato. Certo, avevi sempre qualche giocatore che rendeva meno, Di Vaio ha contribuito tantissimo a mantenere alto il mugugno e basso il profilo, ma nel complesso la situazione stava migliorando pericolosamente, fino a sfociare nel campionato dell’anno scorso: il ritorno di Milito è stato il primo segnale di un qualcosa di grave, poi la vittoria contro il Milan, contro la Roma, addirittura contro la Juventus, entrambi i derby in saccoccia con ben quattro pere alla squadra di delegazione, stava sorgendo un problema mica da poco: il tifoso genoano ha dovuto scontrarsi con una sensazione fino a quel momento mai provata, l’appagamento. Aprivi un giornale e al Genoa erano accostati aggettivi sconosciuti, tipo bellissimo, o inarrestabile; ci paragonavano a squadre che fino ad allora esistevano solo il mercoledì sera alla televisione, come il Barcellona, dicevano che Gasperini era il miglior allenatore d’Italia, convocavano i nostri giocatori in nazionale. Come facevi a non andare in confusione? Qualche tifoso più debole non è riuscito a reggere lo stress da soddisfazione e ha cominciato a votare PD, altri si sono addirittura trasferiti a Busalla, in un monolocale con vista sull’Iplom.

Tutto questo fino al campionato attuale. Già da qualche tempo il tifoso genoano ha potuto ritrovare la sua ragione di essere, andando allo stadio a vedere una squadra sempre più incerta. La cessione di Milito, Motta e Ferrari è stata una botta mica da ridere, e la successiva campagna acquisti ha seminato nei genoani il primo germe dell’incertezza. "Chi u l’è stu Fatic?", sentivi dire allo stadio, "U Crespu u l’è veggiu!", c’era più elettricità nell’aria, ma ancora non bastava, la squadra aveva cominciato benissimo, era addirittura prima in classifica, serviva lo scossone.
La sconfitta col Chievo, al termina di una partita inguardabile, è stato il segnale che tutti aspettavano. Il gioco di Gasperini aveva cominciato a non vedersi più, la squadra arrancava senza costrutto, gli attaccanti non segnavano. "Eh ma son stanchi", "Eh ma ci sono tante assenze", "Eh ma una partita si può anche perdere", "Eh ma abbiamo più punti dell’anno scorso", sentivi dire, ma sentivi anche "Il mercato è stato sbagliato", sentivi "Dovevamo tenere Acquafresca", sentivi "Son troppo giovani".
La diga stava cedendo in fretta, i tifosi avevano ritrovato la strada, il monolocale davanti all’Iplom era di nuovo disabitato, le pastiglie per il mal di fegato che giacevano invendute in ogni farmacia cittadina ricominciavano a trovare acquirenti.
La bella vittoria di Bologna ha impedito la tracimazione immediata delle certezze dei genoani, ma otto reti subite in due incontri, nessun segno di vita da parte degli attaccanti, una squadra involuta e palesemente in difficoltà anche nei passaggi più semplici ha generato un processo di rivitalizzazione del tifoso che ormai è inarrestabile. Ora si che i genoani si riconoscono per quello che sono, gli alfieri della sofferenza del calcio italico! Guardali come si alzano presto la mattina per andare a mugugnare al bar! Guardali la domenica portare le mani alla bocca per offendere la madre di Floccari, il padre di Mesto, tutta la famiglia di Esposito! Finalmente i bei momenti sono passati, ora abbiamo una squadra davvero in grado di farci girare le balle tutte le domeniche, di deluderci perdendo anche le partite più facili, di attirare su di sè ogni tipo di sfiga possibile. Ora si che possiamo mangiarci le unghie perché domenica andremo a Cagliari, perché anche il Cagliari ora ci fa paura, ora ci fa paura anche il Livorno!
Attento mondo, i Genoani sono tornati, e non chiederanno sconti!

ariderby

18 Feb

Abbiamo perso. Peccato, anni ad aspettare il derby e poi all’andata facciamo una partita sterile e al ritorno la perdiamo. Ma facciamo un pò di considerazioni post partita, passata la delusione.
Maggio: innanzitutto, chi cazzo è Maggio??? Non dovevano essere Bellucci e Cassano? Forse non conosco molto bene l’altra squadra e me lo sono perso. Comunque, non mi riesce proprio di capire come mai il signor Maggio fosse sempre sotto porta indisturbato. Per ben 5 volte ci è riuscito! Meno male che le altre 4 le ha sbagliate sennò erano cazzi. Qui c’è qualcosa che non va nel centrocampo e alla fine nella difesa. E questa non è la prima volta che ci succede.
Figueroa: so che adesso mi attirerò le ire di tutti i frequentatori di questo blog ma a me Figueroa non è che mi piaccia così tanto. Sta sempre fermo ,impalato nella sua posizione, non si va a cercare le palle come invece fa Borriello. Basta con sti gatti di marmo!!! Abbiamo già Di Vaio ce ne manca anche un’altro. Gli argentini, a parte Milito, non hanno mai avuto gran fortuna nel Genoa da che io mi ricordo ( non sono andata a rimestare il passato) hanno un’altro tipo di gioco, le punte si aspettano sempre passaggi millimetrici da centrocampisti fuoriclasse (guardatevi una partita qualunque del campionato di laggiù). Speriamo che si svegli sennò lo vedo male.
Jurich: ah, c’era? Ah, si era quello che da un pò di partite non sa manco da che parte è la palla.
Calci piazzati: possibile che non riusciamo a tirare un, dico un calcio d’angolo ben fatto?? O una punizione senza dover abbattere satelliti spia americani? Non capisco, una partita è fatta di azioni e fischiati i falli da calci piazzati. Gasperini si è forse dimenticato di fare allenamento su questo?
Arbitri: sempre peggio. Non si capisce più cosa sia lecito o non lecito durante una partita. Ma non solo per il vaffanculo che Cassano ha rivolto al direttore di gara ma anche per tante azioni fallose non viste o non sanzionate come dovevano.  Falli di mano palesi, entrate da dietro invisibili. E non solo in questa partita ma in tante altre e anche di altre squadre (vedi il rigore inesistente dato all’Inter). Secondo me il direttore di gara se sbaglia deve essere sanzionato. Non so in quale modo, una multa, una penalizzazione per la futura gara o qualunque altra cosa esemplare che gli possa venire in mente al designatore Collina. Non se ne può di più di questi arbitri che si fanno intimidire dai grandi nomi.
Allenatori stupidi: Io non capisco questa diatriba tra i due allenatori. Stupido uno e stupido l’altro. Peggio di quei tifosi che si picchiano fuori dallo stadio.
Basta ora ho finito la mia pappardella stile Biscardi. Mi vado a vedere finire bordocampo genoa

17 Feb

eh pazienza..

fa niente dai

in fondo ci sono cose più importanti..

guardiamo avanti con rinnovata speranza